Spreco di cibo: a che punto siamo?

In cucina ci penso io
[ 05/02/2023 ]  

In occasione della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (5 febbraio 2023), giunta alla sua decima edizione, facciamo il punto su come cambiano spreco di cibo e abitudini di consumo degli italiani. La situazione economica contingente aiuta a diventare consumatori più misurati nelle abitudini d’acquisto, più attenti alla qualità del cibo che mangiamo, alla cura della nostra salute, disponibili a risparmiare su spese per l’abbigliamento e sui consumi energetici. E sprechiamo meno cibo. Sono i risultati dell’indagine “Il caso Italia” di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability.

La pandemia ha cambiato le nostre abitudini

Nelle abitudini quotidiane emerse dallo studio rimangono tracce delle esperienze vissute nel periodo pandemico. Cala il consumo extra-domestico: per 1 italiano su 3 (33%) diminuiscono drasticamente le colazioni e i pranzi fuori casa, il 42% rinuncia alle cene al ristorante. Il 36% dei consumatori nazionali opta per alimenti più sostenibili, aumentando il consumo di legumi e derivati vegetali a scapito della carne e delle proteine animali (35%), e preferendo prodotti a chilometro zero (29%). Negli acquisti alimentari poi, la qualità è più importante del prezzo per il 32% degli italiani, contro il 7% che dichiara di considerare per prima cosa il risparmio.

I come e i perché dello spreco

Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio relative al mese di gennaio 2023, scende la quantità di cibo che finisce nella pattumiera di casa: gettiamo in media 524,1 grammi pro capite a settimana, (oltre 27 kg all’anno), circa il 12% in meno rispetto alla stessa indagine del 2022 (erano 595,3 grammi settimanali). Lo spreco è più accentuato al Sud (+8% rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+38%). In generale, in famiglia finisce in pattumiera più spesso la frutta fresca (25%), seguita da affettati e salumi (17%), cipolle, aglio e tuberi (16%), le insalate (15%) e la verdura (14%), mentre nella top 5 degli alimenti sprecati settimanalmente entra anche il pane fresco. Secondo i risultati della ricerca, i consumatori hanno consapevolezza dei propri comportamenti sbagliati; in famiglia sprecano cibo perché: se ne dimenticano e quindi si deteriora o scade (44%), temono di non avere in casa cibo sufficiente (35%), calcolano male le cose che servono (34%). Non sono in pochi, però, a pensare che lo spreco non dipenda da loro: frutta e verdura conservate nelle celle frigorifere portate a casa vanno a male (48%), i cibi venduti sono già vecchi (39%). Mai come in questo periodo possiamo fare di necessità virtù. Una spesa alimentare più attenta e ponderata porta a risparmiare sugli acquisti e a ridurre gli sprechi. Ad esempio, per il 36% degli intervistati è utile organizzare in frigo o in dispensa i prodotti in base alla loro scadenza, o fare la lista della spesa basata su un menù settimanale (35%); preferire gli acquisti di piccoli formati (34%), mentre il 39% del campione compra periodicamente prodotti a lunga scadenza, e frequentemente alimenti freschi.

Un gesto concreto contro lo spreco: usare lo Sprecometro

Nella decima Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare c’è un gesto concreto concreto che possiamo fare: scaricare e usare la nuova app Sprecometro, sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna e Last Minute Market. L’obiettivo di Sprecometro è generare consapevolezza e conoscenza così da adottare comportamenti virtuosi riguardo all’uso sostenibile di risorse naturali, alla riduzione e prevenzione dello spreco alimentare, all’adozione di diete sane e sostenibili. Con Sprecometro possiamo misurare, in grammi, il nostro livello di spreco alimentare, calcolato in perdita economica e sperpero delle risorse per la produzione (impronta carbonica e idrica del prodotto in questione). L’applicazione offre molte funzionalità (diario dello spreco, creazione di gruppi, contenuti di approfondimento, monitoraggio) e la possibilità di fissare personali traguardi di riduzione, in linea con gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda ONU e in particolare con quello di dimezzare lo spreco alimentare. Tutte le informazioni su: sprecometro.it.

Da sapere

Alla luce dei dati Waste Watcher di gennaio 2023, solo a livello domestico lo spreco del cibo vale complessivamente 6,48 miliardi di euro. A questo si aggiunge lo spreco di filiera, fra perdite in campo, sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione: nel 2022 sono stati sprecati oltre 4 milioni di tonnellate di cibo, per un valore complessivo di 9,3 miliardi di euro. La perdita nella catena produttiva pesa per il 26% in agricoltura, per il 28% nell’industria e per l’8% nella distribuzione. I dati di filiera sono una elaborazione dell’Osservatorio Waste Watcher International con Distal, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. 


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