Pagamenti: gli italiani amano ancora i contanti

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[ 24/08/2024 ]  

Gli italiani hanno prelevato dagli sportelli automatici bancari contanti per oltre 360 miliardi nel 2023, un miliardo al giorno, 10 in più rispetto al 2022. Sul fronte dei pagamenti cosiddetti ‘cashless’, ovvero senza uso di denaro contante, l’Italia risulta però ultima nella classifica dei Paesi europei, con circa 200 operazioni medie pro-capite eseguite con carte di credito, bonifico o assegni. Nel bel Paese lo scorso anno sono stati fatti pagamenti con denaro ‘di plastica’ per oltre 426 miliardi di euro, in aumento dell’11,5% sul 2022, a fronte di più di 360 miliardi di contanti prelevati (360.995 miliardi) cresciuti del 2,9% sull’anno precedente. Sono i risultati emersi dalla recente analisi del Centro Studi di Unimpresa (associazione nazionale di micro, piccole e medie imprese) su dati statistici della Banca d’Italia (agosto 24).

Primo nella classifica delle attività di pagamento senza contanti è il Lussemburgo, con una media di 8.738 operazioni per ogni cittadino. La Francia, all’ottavo posto dopo Paesi Bassi, Irlanda e altri, ne conta 424, la Germania 329. Nell’area euro la media di operazioni effettuate con metodi alternativi al contante è di 370 pro-capite, quasi il doppio delle transazioni italiane. In totale nel nostro Paese i pagamenti ‘senza contanti’ hanno generato un flusso di 11mila miliardi di euro, realizzato in larga parte tramite bonifici (che rappresentano il 94% del comparto), assegni bancari e circolari, carte di credito. L’uso della ‘moneta di plastica’ è però in crescita: nel 2023 le carte di credito/debito hanno prodotto 426 miliardi di euro, con un incremento dell’11% sul 2022 pari a 44 miliardi. In aumento anche la diffusione delle tessere di pagamento circolanti in Italia: sono un totale di oltre 120 milioni, suddivise in carte di credito (21 milioni), carte di debito (67 milioni) e prepagate (33 milioni). Queste ultime nel 2023 hanno registrato un incremento pari al 7,1%, con oltre due milioni di unità in più in circolazione; vengono usate sempre di più dai genitori che consegnano questi strumenti digitali di pagamento ai figli minori per gestire le loro ‘paghette’ periodiche.

I preferiti dai consumatori digitali

Se le generazioni più giovani sono le più digitalizzate, è naturale che siano proprio i Millennials e la GenZ (i nati fra gli inizi anni ’80 e i primi dieci anni 2000) a preferire l’uso dei pagamenti senza contante, trainando così la diffusione di questi sistemi di transazione cashless. Anzi, ben il 66,5% degli under 25 usa lo smartphone per i propri  pagamenti. Una percentuale che scende, ma non di molto, per i consumatori fra i 25 e 34 anni (59,6%) per arrivare al 52% di chi ha da 35 a 44 anni (Dati Netcomm). I pagamenti digitali sono preferiti dai giovani principalmente per la comodità, la versatilità e la rapidità che offrono, caratteristiche tipiche anche dello shopping online. Sono comodi perché eliminano il problema della gestione del danaro, offrono la possibilità di pagamenti rateali fruibili in modalità immediata e contestuale all’acquisto; sono rapidi perché le transazioni richiedono tempi davvero minimi, azzerando o quasi qualsiasi attesa; sono versatili per la loro ampia diffusione, sono infatti disponibili dall’e-commerce ai negozi di prossimità, grazie anche alla recente normativa che obbliga qualsiasi esercizio commerciale o professionale a contatto con il pubblico di dotarsi di dispositivi POS (point of sales) per gestire i pagamenti digitali. E in più con i pagamenti online è possibile effettuare transazioni fuori dai confini nazionali, o pagare servizi innovativi come quelli legati alla nuova mobilità (car sharing etc), ma anche semplici bollette, multe e quant’altro. I giovani hanno pochi dubbi anche sui livelli di sicurezza di questi strumenti di pagamento digitale, e apprezzano la comodità della tracciabilità delle loro transazioni.


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