Del caffè non si butta via niente

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[ 23/09/2021 ]  

Si sa che in Italia siamo grandi consumatori di caffè, in casa come al bar. Si sa meno che i fondi di caffè - scarti post consumo - possono essere riutilizzati per svariati impieghi. Sono tanti i consigli che circolano in rete per un riutilizzo domestico: il più conosciuto è forse come concime naturale per le piante del balcone o del giardino. La polvere di caffè ‘usata’ è ricca di minerali come calcio, magnesio, azoto e potassio; si può cospargere sui vasi del balcone o mescolare al terriccio per il giardino. Oppure si può preparare un fertilizzante liquido, lasciando in infusione per 24 ore due tazze di fondi di caffè in un secchio d’acqua. 

 

Un combustibile ‘aromatico’

Uno scenario diverso si apre per le tonnellate di scarti di caffè prodotte a livello industriale, una quantità davvero importante. Basti pensare che, ad esempio, gli espressi consumati al bar ogni anno (circa 7 miliardi di tazzine) producono oltre 280 mila tonnellate di scarto organico che si è rivelato essere una preziosa risorsa da riutilizzare. La produzione di pellets e ciocchi per il riscaldamento a biomassa fatti con i fondi di caffè comincia a essere abbastanza diffusa: sprigiona un potere calorifico superiore del 20 per cento e ha una maggior durata rispetto ai prodotti a base di legno. La startup italiana Oltrecafé ha avviato, su principi di economia circolare, la produzione di pellets da riscaldamento: i fondi di caffè vengono ritirati dalle aziende del territorio, sottoposti a essiccazione, miscelati con legno selezionato proveniente da scarti di lavorazione, infine confezionato a pellets. Nel Regno Unito la Bio Bean produce i coffee logs, ceppi da riscaldamento realizzati con i fondi di caffè. L’azienda, una benefit corporation, ha sviluppato un laboratorio di ricerca dedicato a questa risorsa che nel mondo è disponibile in circa 18 milioni di tonnellate all’anno. Gli studi hanno evidenziato che, dopo l’estrazione del caffè, la polvere mantiene qualità tutte da scoprire e da sfruttare per produrre aromatizzanti naturali per altri alimenti e bevande o materie prime alternative e versatili da impiegare in diversi ambiti industriali.

 

Lavazza, Novamont e Politecnico di Torino

Anche in Italia è attiva la ricerca sulle potenzialità di riutilizzo dei fondi di caffè. È un esempio il progetto di ricerca  a cui collaborano Lavazza, Novamont - colosso della chimica italiana attivo nelle bio-plastiche - e il Politecnico di Torino, che ha realizzato Coffeefrom, un materiale bio based, cioè una plastica realizzata in tutto o in parte con biomasse come, appunto, il caffè. Coffeefrom è il risultato di un processo che rispetta principi di economia circolare, dimostrando come i materiali di scarto per alcuni settori, conservando ancora qualità fisico-chimiche da valorizzare, diventano nuovi materiali da impiegare in altri ambiti applicativi. L’oggetto più rappresentativo realizzato con la bio-plastica Coffeefrom non poteva che essere una ‘tazzina da caffè’.


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