Lampadine: tra nuova e vecchia etichetta energetica

Notizie & curiosita'
[ 21/05/2022 ]  

Ebbene sì: anche le lampadine hanno un’etichetta energetica europea, unica e recentemente rinnovata. La transizione da vecchio a nuovo crea situazioni un po' paradossali: può sembrare, infatti, che le lampadine vendute online abbiano classi energetiche inferiori rispetto a quelle che si trovano nei negozi. La responsabilità di questa piccola confusione è proprio della nuova etichetta energetica, entrata in vigore già da settembre 2021. Per smaltire le scorte esistenti, la normativa ha previsto un periodo di 18 mesi durante il quale in negozio si possono vendere prodotti con la vecchia etichetta insieme a quelli con la nuova, mentre online la pubblicazione della nuove classificazione è avvenuta praticamente in tempo reale. Diversamente che per gli altri prodotti, già protagonisti della nuova classificazione energetica (lavatrici, frigoriferi, congelatori e lavastoviglie, televisori e monitor), nel caso delle lampadine e altri prodotti da illuminazione l’etichetta energetica non è percepita dal consumatore come un indicatore predominante per la valutazione dei consumi di energia. È piuttosto la tecnologia a LED sinonimo di maggior efficienza energetica, e con ragione: una luce di questo tipo riesce a consumare circa l’80% in meno delle lampade alogene e circa il 20% dei modelli fluorescenti (neon). Per la varietà offerta dal mercato, conoscere e imparare a consultare la nuova etichetta energetica non può che essere utile per una scelta consapevole, anche quando si tratta di una semplice lampadina.

Cosa cambia


Come per gli altri apparecchi, la nuova etichetta energetica - valida per tutta l’Unione Europea - nasce dall’esigenza di rappresentare in modo più semplice e immediato per il consumatore il miglioramento tecnologico ottenuto in questi anni dai prodotti per l’illuminazione, che ormai dovevano ricorrere ai famosi ‘+’ aggiunti alla classe energetica A. Dunque la modifica più importante delle nuove etichette è il ritorno a una più semplice scala, da A (la migliore) a G. Come precisa la Commissione Europea: “Oltre la metà dei LED rientra nella classe A++, la nuova scala punta ad evidenziare con maggiore chiarezza quali sono i prodotti migliori che possono assicurare un maggiore risparmio energetico ed economico al consumatore, contribuendo a livello comunitario a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'UE e al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050”. In etichetta è indicato il consumo medio annuo, ridefinito su nuovi parametri, e attraverso un QR Code il consumatore può accedere alla banca dati europea Eprel (European product registry for energy labelling) e scoprire maggiori dettagli sul prodotto, come il tipo di luce (bianco caldo, bianco neutro, bianco freddo), la durata media, il livello di dimmerabilità, cioè la possibilità di regolazione dell’intensità luminosa, e altri dati.

L’efficienza del LED


Come abbiamo visto, quella a LED è la tecnologia esistente più efficiente dal punto di vista energetico per quasi tutte le apparecchiature da illuminazione. Secondo i dati diffusi dalla Commissione Europea,  il valore medio di questa efficienza è quadruplicato tra il 2009 e il 2015 e i prezzi sono notevolmente diminuiti: nel 2017, rispetto al 2010, una lampada a LED per uso domestico costava il 75% in meno, mentre i modelli per uffici erano meno costosi del 60%. Si stima che nel 2020 nell'UE siano stati venduti circa 1500 milioni di sorgenti luminose, e le previsioni indicano che questo quantitativo dovrebbe scendere a 600 milioni nel 2030 (un calo del 60%). Nel 2010 una famiglia media dell'UE ha acquistato 7 sorgenti luminose, nel 2020 ne ha acquistate 4 all'anno e, entro il 2030, dovrebbe comprarne meno di una all’anno.


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