Facile fare un buon caffè. Basta...

In cucina ci penso io
[ 11/04/2024 ]  

“Sembra facile fare un buon caffè”, recitava una vecchia réclame. In effetti, noi italiani siamo molto esigenti in fatto di espresso, ecco perché cerco di dare dei consigli spassionati, senza entrare nel merito del gusto personale di ognuno. Non a tutti piace la capsula, molti apprezzano la cialda e pochi sono pronti per la macchina da caffè super-automatica. È proprio di quest’ultima che vorrei parlarti oggi, perché mi capita sempre più spesso che i clienti vogliano dirigersi su questo genere di acquisto, anche piuttosto impegnativo, per liberarsi dalla schiavitù delle capsule o delle cialde. Questi piccoli scarti, infatti, possono risultare molto fastidiosi da smaltire: plastica, caffè e alluminio andrebbero separati per una buona raccolta differenziata, le cialde di materiale “compostabile” - invece – creano piccole pozzanghere nel sacchetto dell’immondizia. Le macchine super-automatiche fanno un vero e proprio miracolo: partendo dal caffè in grani e acqua del rubinetto generano un espresso come al bar. Sono molte le obiezioni che mi fanno i clienti quando cerco di spingerli all’acquisto di questo genere di prodotto. E anche se ho scoperto che esistono addirittura dei libri che insegnano a noi venditori come gestire le obiezioni, credo che ognuno di noi debba crearsi una propria strategia personalizzata. Vi spiego la mia.

Prima grande obiezione: il rumore 

Il caso: il cliente ha sentito che il cugino (c’è sempre un cugino di mezzo) ogni volta che si fa un caffè con una di queste macchine alle 6 del mattino sveglia la moglie, che invece potrebbe continuare a dormire fino alle 7. Nonostante il rumore di questi dispositivi non sia propriamente il cinguettio di un passerotto, non è assolutamente diverso da quello di una macchinetta con le capsule. Al massimo, il peggio che può succedere è che dura un pochino più a lungo. Questo perché il macinacaffè entra in funzione tritando i grani con le regolazioni di spessore e quantità impostate, poi sposta la polvere così ottenuta nel dosatore, mette in funzione l’elettropompa per pescare l’acqua, la riscalda e la spinge con la giusta pressione all’interno del gruppo di erogazione. Ottenuta l’agognata bevanda, la macchina espelle il fondo nel vaso raccoglitore. Un’operazione che dura una trentina di secondi, che potrebbero sembrare un’eternità se la nostra intenzione è quella di fare il minimo rumore possibile, ma non producono un rumore molto diverso da quello a cui siamo abituati. 

Secondo “problema”: l’attesa

“Eh, ma io mica posso aspettare un minuto per un caffè!”, questa è la frase che mi sento ripetere quando spiego nel dettaglio il funzionamento di questi prodotti. Andiamo sempre di fretta e quando vogliamo berci un buon caffè che ci dia la carica lo vogliamo subito. Le super-automatiche non impiegano più tempo rispetto ad una macchinetta, semmai il problema potrebbe riguardare solo il primo caffè. Ad ogni prima accensione giornaliera, infatti, la macchina per espresso effettua un ciclo di pulizia e riscaldamento, per pulire gli ugelli e portare tutto il circuito alla giusta temperatura. Quindi, il primo caffè della giornata è anche quello che impiegherà più tempo ad uscire. Dal secondo caffè in avanti le tempistiche sono simili alle altre, con la differenza che non dovremo perdere il tempo per aprire la confezione della capsula, estrarre la vecchia per buttarla nella spazzatura e inserire la nuova. A conti fatti, si risparmia addirittura tempo. 

Terzo “dilemma”: il gusto

Tutti abbiamo bene impressa nella mente l’immagine di Brad Pitt che degusta un ottimo espresso. Ecco, prima di arrivare a quel livello ci vuole un po’ di esperienza. Dopo qualche settimana, però, sarà come avere realmente un barista in casa. Basterà tenere presente alcuni consigli, perché sono molte le variabili in gioco.

L’acqua. Meglio usare quella minerale in bottiglia, che non ha il cloro e il calcare presenti nell’acqua del rubinetto. Questo, oltre a dare un gusto più gradevole al caffè, eliminerà in parte il rischio di residui fissi nel circuito. (La decalcificazione va comunque fatta, consigliano, ogni 300 erogazioni). Molte macchine contengono un filtro a carboni attivi che va sostituito periodicamente, se questo è il tuo caso allora potrai anche attingere all’acquedotto comunale, ma devi sapere che questi prodotti non eliminano il calcare dall’acqua, solo i metalli pesanti e il cloro che potrebbero incidere sul gusto del caffè.

La macinatura. Dovresti scegliere una macinatura più fine o più spessa in base all’umidità dell’ambiente e a quanta “crema” desideri che si formi sulla superficie del caffè. Una macinatura più grossa va preferita quando il clima è umido, una più fine quando il clima è secco. Noterai, poi, che spostando di qualche “scatto” – in verso orario o antiorario - la rotellina della macinatura il caffè verrà più – o meno – cremoso. Prima di trovare la quadratura del cerchio, dovrai fare al meno un centinaio di caffè.

L’intensità. L’intensità del caffè è presente sul quadro dei comandi e, di solito, ha dei simboli che ricordano i chicchi di caffè. Al chicco più piccolo corrisponde un’intensità più blanda, a mano a mano che il chicco si ingrandisce andremo incontro ad un’intensità più robusta. In pratica stiamo comunicando alla macchina quanta polvere di caffè mettere nell’erogatore. Più polvere uguale più caffeina, quindi un gusto più deciso. Anche in questo caso, dovrai fare un po’ di prove prima di azzeccare il gusto che a te piace.

Come puoi immaginare, non esiste il caffè perfetto per tutti, ognuno di noi apprezza delle sfaccettature di questa bevanda che per altri possono risultare fastidiose. Detto ciò, io e i miei colleghi siamo in negozio per consigliarti un appagante e soddisfacente viaggio nel mondo dell'espresso fatto in casa. Scegliere con saggezza una macchina da caffè super-automatica significa investire non solo in un nuovo elettrodomestico, ma anche nel piacere della bevanda nera più famosa al mondo. 

Anche per oggi dal vostro Gianni è tutto, alla prossima!


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