Spreco alimentare? Soprattutto in casa

In cucina ci penso io
[ 22/01/2020 ]  

La realtà è che siamo noi a buttare via la maggiore quantità di cibo, nella nostra cucina. Eppure non ce ne rendiamo conto. Secondo il rapporto Waste Watcher 2019, realizzato da Last Minute Market - ente dell’università di Bologna che collabora con il Ministero dell’Ambiente - per 4 italiani su 5, infatti, i principali responsabili dello scandaloso spreco sono il commercio e gli enti pubblici come scuole e ospedali, uffici, caserme. Ma studi e indagini provano ben altro. Siamo noi con le nostre abitudini a buttare ogni anno quasi 12 miliardi di euro di alimenti in pattumiera, contro i 3 ‘sprecati’ nella filiera agroalimentare. Davvero uno scandaloso paradosso, se pensiamo che 821 milioni di individui sulla Terra soffrono la fame e 1 persona ogni 3 è malnutrita. Per contro, poi, in certe parti del mondo non solo si butta il cibo, ma lo si consuma in modo sbagliato, se 1 individuo su 8 soffre di obesità e il sovrappeso dilaga. Tutti dobbiamo fare qualcosa per mettere fine a questa assurdità, e non solo per una questione morale, ma anche perché gli esperti prevedono che in futuro le risorse alimentari mondiali non saranno sufficienti a sfamarci tutti. Dunque, cambiamo le nostre abitudini e promuoviamo comportamenti sostenibili, diamo il nostro contributo all’obiettivo #famezero, #sprecozero. Come? Ad esempio, seguendo i consigli di Last Minute Market:

  • acquistare solo ciò che serve realmente;
  • compilare liste precise del cibo che ci serve, scegliendo alimenti locali e di stagione basati sulla dieta mediterranea; consultare etichette e scadenze;
  • utilizzare al meglio frigo, freezer e dispensa per gli alimenti senza stiparli alla rinfusa;

Anche se sembrano consigli di buon senso, in realtà derivano dall’osservazione di comportamenti reali - vale a dire i nostri - registrati dall’Osservatorio negli anni, evidentemente insensati. L’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / Swg sull’Economia circolare, la sostenibilità e gli sprechi individua anche delle misure utili a contrastare la questione dello spreco alimentare: più di 7 italiani su 10 ritengono che la via da percorrere sia quella dell’educazione alimentare (72%), il 26% propone packaging di nuova generazione e 1 italiano su 5 (20%) chiede provvedimenti normativi con incentivi e sanzioni legati allo spreco del cibo.

Imparare a non sprecare fin da piccoli

In casa si sprecano circa 700 grammi di cibo procapite a settimana, a finire in pattumiera sono prevalentemente i cibi freschi come verdura e frutta, latte, latticini e pane, che in genere scadono e ammuffiscono dopo essere stati acquistati in quantità eccessiva rispetto al fabbisogno familiare. Per modificare questi comportamenti non più sostenibili serve educare, cioè formare e informare. Ed è proprio con questo scopo che Whirlpool promuove anche per quest'anno l’iniziativaMomenti da non sprecare’, giunta alla quarta edizione, un progetto ludico-didattico che coinvolge oltre 2500 scuole primarie in tutta Italia, Polonia, Slovacchia e Regno Unito, e punta a sensibilizzare i bimbi e le loro famiglie su un corretto rapporto con il cibo. L’iniziativa mette gratuitamente a disposizione delle scuole vari strumenti: il kit didattico con materiali informativi e di consultazione per gli studenti e i docenti; il sito dedicato, con curiosità, consigli, spunti per giocare in classe, e attività aggiornate ogni mese; e il concorso educativoTalent Kitchen” per accogliere e premiare l’impegno delle classi sul tema dell’alimentazione sostenibile e solidale.

Come si spreca in Lombardia

Whirlpool condivide l’impegno per una maggior sostenibilità alimentare con le istituzioni e con enti come Last Minute Market, lo spin-off dell’Università di Bologna che promuove la campagna europea Spreco Zero, o come il Banco Alimentare che l’azienda sostiene nell’attività di recupero delle eccedenze alimentari e nella loro redistribuzione alle strutture caritative. Con Last Minute Market inoltre Whirlpool promuove l’indagine “Primo non sprecare”, con focus sulla Lombardia, ossia un monitoraggio a cura dell’ Osservatorio Waste Watcher che permette di evidenziare, con interviste a campione, il grado di attenzione e sensibilità maturato nel tempo sulla questione ‘spreco’. Dunque come sprecano i lombardi? Secondo l’indagine, il 31% di essi dichiara di aver notato negli ultimi due anni significative diminuzioni delle quantità di cibo sprecato a casa, mentre per il 66% non ci sono variazioni di rilievo perché l’attenzione era già significativa. Nella regione il cibo si getta meno di una volta al mese per 1 cittadino su 2 (50%, rispetto al dato nazionale del 48%) e solo il 4% dichiara di sprecare più volte nel corso della stessa settimana (contro il 7% del dato nazionale). Il 46% dei cittadini lombardi ritiene che la prevenzione dello spreco potrebbe migliorare consumando maggiormente prodotti stagionali, e 4 cittadini su 10 evidenziano l’opportunità di ricette di recupero per il cibo avanzato. Uno su 3 ritiene utili spese più frequenti, in luogo della maxi spesa che porta ad accumulare grandi quantità di cibo, sempre uno su 3 si affiderebbe all’educazione alimentare nelle scuole (33%).

Lista della spesa sì, riutilizzo avanzi nì

Cosa fanno i lombardi per prevenire lo spreco alimentare? La regola principale è fare la lista della spesa, 7 cittadini su 10 consigliano il check preventivo su quello che serve davvero (69%); bene anche congelare il cibo che non si consuma a breve, e cercare di fare attenzione alle quantità di cibo che si cucina, lo fanno 6 intervistati su 10. I lombardi però sembrano meno propensi a riutilizzare scarti e avanzi del cibo in nuove ricette (44% contro il 48% nazionale), a fare uso delle “bag” di recupero del cibo al ristorante (31% contro il 34%) e a condividere con i vicini il cibo avanzato (18% contro il 22%). Riguardo alle abitudini di acquisto, il 66% dei cittadini lombardi sceglie il centro commerciale o l’ipermercato, contro il 34% del dato nazionale; raramente comprano al dettaglio (15%) o al mercato (16%), hanno maggiore familiarità con l’acquisto online (11%) e prendono in considerazione un po’ più frequentemente degli altri italiani l’acquisto diretto dai produttori (6% contro il dato nazionale del 3%).

A proposito di Last Minute Market

Impegnarsi per uno sviluppo sostenibile e la prevenzione degli sprechi richiede consapevolezza. Secondo l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, l’impegno passa anche attraverso i dati, ottenuti dal monitoraggio di comportamenti che - lo ricordiamo - sono responsabili di due terzi dello spreco alimentare totale. Last Minute Market, impresa sociale impegnata nel recupero delle eccedenze, da dieci anni sensibilizza cittadini, istituzioni, scuole e stakeholders attraverso la campagna Spreco Zero. I risultati ottenuti sono importanti: sei anni fa (2014) un italiano su due dichiarava di gettare cibo quasi ogni giorno, nel 2019 solo l’1% degli intervistati ha dichiarato la cattiva abitudine. Last Minute Market ha ideato Waste Watcher, il primo Osservatorio nazionale sugli sprechi è uno strumento scientifico di analisi e di approfondimento, in grado di definire concrete controproposte di comportamenti efficaci per prevenire e ridurre lo spreco di risorse e beni di consumo.


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