Smartphone in spiaggia? Consigli per la sopravvivenza

Mondo smartphone
[ 02/08/2021 ]  

Tempo di meritate ferie e si parte per il mare. Destinazione spiaggia, più o meno affollata, ma sicuramente rigenerante e rinfrescante rispetto ai torridi giorni trascorsi nel caldo dell’ufficio. Chi partirà da solo, chi in famiglia, altri ancora con gli amici. Ma un comune denominatore c’è: tutti porteremo con noi il fido smartphone. Migliore amico dell’uomo, in versione tecnologica, sempre al nostro fianco in ogni situazione, che sia lavorativa o per il tempo libero poco cambia. Lo smartphone è un compagno di viaggio insostituibile. A patto di trattarlo bene e rispettarlo, ovviamente. Il mare e la spiaggia possono nascondere insidie letali, ma per evitarle basta conoscerle e prevenire. Che è sempre meglio di curare.

I modelli di nuova generazione, solitamente i top di gamma, nascono con una importante certificazione che li rende immuni a polvere e schizzi d’acqua. Si chiama IP68 e assicura una resistenza alle immersioni, al massimo di un metro di profondità e fino a un’ora di durata. Insomma, in linea teorica se ci cadesse il telefono in riva al mare non dovrebbe succedere niente di grave. Sia chiaro: il produttore non offre alcuna garanzia su questi avvenimenti nefasti, quindi il nostro consiglio è quello di non immergerli mai.

Considerate che i test di resistenza all’acqua vengono effettuati in condizioni “artificiose”: acqua dolce e vasche a bassa pressione, insomma un ambiente molto diverso dalle profondità marine costituite da acqua fortemente salina. Inoltre le polveri sottili o certi tipi di sabbia potrebbero otturare i canali di ricarica o il jack audio per le cuffie, rendendoli di fatto inutilizzabili.

Ma il pericolo numero uno per i nostri dispositivi è molto più subdolo e si chiama calore.

Non è affatto raro, infatti, che al mare si raggiungano temperature oltre l’ordinario. La tecnologia che costituisce qualsiasi batteria oggi in commercio funziona con gli ioni di litio, potente e versatile elemento che garantisce numerosi vantaggi rispetto al vetusto e fortunatamente superato nichel-cadmio che veniva installato nei primi telefoni. Innanzitutto non importa più caricarli quando sono completamente a terra, anzi è proprio il contrario, ovvero che è buona pratica non farli mai arrivare allo zero assoluto. In secondo luogo non sono afflitti dall’antico male chiamato “effetto memoria” che ne deteriorava velocemente l’autonomia.

Durano a lungo e si ricaricano quando vogliamo, ma hanno tutti un tallone d’Achille che si chiama temperatura.

Le batterie agli ioni di litio, infatti, si degradano molto velocemente se sottoposte a estremo calore. Ma anche quando si scende sotto lo zero, per esempio in alta montagna o sulla neve. E’ stato calcolato in esperimenti di laboratorio che una giornata di calore intenso può deteriorare una batteria fino all’1% della sua autonomia generale. Parrebbe poca cosa, letta così. Pensando però a un intero mese di esposizione a temperature fuori dalla norma possiamo arrivare a stimare fino al 30% di durata in meno in un lasso di tempo così breve. I comportamenti da evitare assolutamente al mare sono pochi ma facilmente individuabili.

Mai tenere il telefono sotto radiazione solare diretta, innanzitutto. Evitare di conservare lo smartphone sotto l’ombrellone o dentro una borsa al caldo, ma cercare un riparo protetto e possibilmente fresco (magari una tasca esterna della borsa frigo). Quando lo utilizzate come navigatore, infine, sarebbe ideale non posizionarlo sopra il cruscotto. Sotto il vetro, infatti, i raggi solari si intensificano fino a raggiungere temperature marziane in breve tempo. Per ovviare a tanti di questi problemi, molti produttori di accessori hanno pensato a salva-cellulari da spiaggia di dubbio gusto estetico, ma praticissimi e molto utili al fine di preservare l’integrità del nostro costoso amico digitale.

Esistono in commercio alcune soluzioni ideate appositamente per il mare, con custodie trasparenti dotate di zip anti acqua e polvere. Vi sentirete un po’ fuori luogo, probabilmente, ma a settembre non vi ritroverete in un negozio di riparazioni coi i vostri vicini di ombrellone.


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