Il commesso di fiducia Gianni e l'obsolescenza programmata

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[ 16/04/2023 ]  

Un saluto da Gianni, il vostro commesso di fiducia del negozio di prossimità. Oggi vorrei innanzitutto ringraziare il sito di Fiducia & Convenienza che mi offre la possibilità di parlare direttamente ai miei clienti, cosa che viene difficile in negozio. Vorrei approfittare di questo per sfatare due false credenze: la produzione e l’obsolescenza programmata.

“Se non è fatto in Germania non lo voglio”

Noi italiani sappiamo essere particolarmente esigenti in fatto di prodotto, ma molte delle nostre idee provengono dal retaggio dei nostri genitori. Mi capita spesso di parlare con clienti che, soprattutto per un grande elettrodomestico, cercano esclusivamente quello Made in Germany. Una volta un signore mi ha fatto letteralmente impazzire aprendo tutti gli oblò delle lavatrici per trovarne una fatta in Germania. Quel giorno ero così contento di aver trovato una lavatrice AEG prodotta in Italia che mi sono girato con un sorriso a trentadue denti verso il cliente che però mi ha raggelato: “Non mi fido degli italiani”. Incredibile, quando si parla di produzione sappiamo essere razzisti anche nei confronti di noi stessi. È stata dura trovare un prodotto realizzato in Germania per quel consumatore, ma ricordo che - quando finalmente ce l’ho fatta -  è rimasto pietrificato dal prezzo. A quel punto mi sono preso la mia rivincita: “La manodopera tedesca si paga!”. 

Ormai diversi marchi che nell’immaginario collettivo associamo alla precisione teutonica, come BOSCH e MIELE ad esempio, hanno fabbriche in Turchia e in Romania. Lo stesso si può dire per l’elettronica: i televisori DEVONO essere giapponesi, al limite sudcoreani, ma appena dico che sono fatti in Cina i clienti storcono il naso. Quando lo fanno, mi chiedo da dove pensano che provengano i telefonini con la mela che hanno in tasca: da San Francisco?

In realtà, se ci pensiamo, l’intervento umano in una moderna linea di produzione è veramente ridotto al minimo. Grazie all’automazione, la maggior parte delle attività sono svolte da macchine, mentre il ruolo dell’operatore è spesso limitato a quello della supervisione. Una volta messa in piedi una fabbrica automatizzata, utilizzando le tecnologie all’avanguardia di oggi che consentono la produzione in serie rispettando severi controlli di qualità, gli elettrodomestici che ne usciranno avranno la qualità definita dal produttore, che questo stabilimento si trovi in Arabia Saudita, in un atollo dell’Oceano Pacifico o sulla Luna.

“Tanto si rompe il giorno dopo che finisce la garanzia”

Anche il pensiero “inutile spendere, tanto il giorno dopo che finisce la garanzia si rompe!” è un cavallo di battaglia dei clienti, soprattutto quando si accorgono che il frigorifero di Francoforte e il televisore di Osaka costano troppo. A quel punto, ripiegano sul prodotto economico facendo appello alla famigerata obsolescenza programmata. Un piccolo programmino interno all’apparecchio che, secondo molti, fa succedere qualcosa appena scaduti i 24 mesi di garanzia legale. Ed è un programma fatto così bene, pensate, che se propongo una garanzia estensiva per ovviare a questo fatto, quell’algoritmo si accorge che quell’apparecchio è coperto da un’assicurazione e posticipa la data di scadenza! Questi ingegneri sono proprio dei geni del male.

Anche qui, spreco un sacco di fiato nel far capire che in realtà non esiste nessun microchip che crei appositamente un incidente al termine della garanzia di ogni prodotto. Se ci fosse, se ne sarebbe accorto qualcuno, no? Mi sono informato per raccontare questo aneddoto ai clienti che credono a questa baggianata. La teoria dell'obsolescenza programmata è nata negli anni '50, quando alcuni produttori di lampadine furono accusati di limitare deliberatamente la vita dei loro prodotti per aumentare le vendite. In realtà, le lampadine a incandescenza hanno una vita breve per motivi tecnici, anche se alcuni dicono che ci fu realmente un accordo segreto tra i due principali produttori per limitarne la durata a 1000 ore, e quindi venderne di più. 

Ad oggi, però, nessuno ha mai prodotto le prove necessarie per trascinare un marchio di elettrodomestici in tribunale. Semplicemente perché la teoria che ha preso vita negli anni ‘50 non è stata mai confermata. Vero è che, utilizzando materiali scadenti e progetti banali, non si realizza un articolo durevole capace di affrontare lo stress della quotidianità per anni, ma è proprio per questo che esistono i prodotti economici, quelli di fascia media e i PREMIUM. Questi ultimi realizzati con materie prime d’eccellenza ed alta ingegneria.

Non durano una vita intera? Certo, ma quello che dico sempre ai clienti (anche quelli più diffidenti) è: “Come volete vivere questi anni con il vostro prodotto? Con il patema d’animo che si rompa? O con la sicurezza di aver comprato un articolo di grande qualità? E come si comporterà nell’utilizzo quotidiano un elettrodomestico scadente, per quanto poco possa durare? Non di sicuro con le stesse performance di quello realizzato in maniera eccelsa!”.

L’importante è chiedere sempre consigli al commesso (cioè il sottoscritto) sulla qualità di cosa state acquistando.

Dal vostro Gianni anche per oggi è tutto, alla prossima!


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