Otto marzo: la festa va bene, meglio i fatti però

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[ 07/03/2024 ]  

Approfittiamo dell’attenzione mediatica dedicata alla Giornata internazionale della Donna - che peraltro non vediamo l’ora di festeggiare con altri significati - per parlare di una campagna di comunicazione social dal titolo “Cosa rende ricca la tua impresa?”. A lanciarla è una associazione che si può definire di promozione culturale, quella della parità di genere, dell’inclusività: è Valore D, prima associazione italiana di imprese nata con l’obiettivo di valorizzare le figure femminili ai vertici delle aziende. Nel tempo il bisogno di riequilibrare i valori si è allargato ad altre categorie, e oggi si lavora per l’equilibrio di genere e la cultura inclusiva. Cosa rende ricca la tua impresa? allora. Bella domanda. Chissà come risponderanno le insegne dell’electrical retail associate a Valore D o l’immancabile big dell’ecommerce, anch’esso socio.

Imprese, coraggio: è arrivato il momento (di cambiare)

L’obiettivo di questa campagna social è incentivare le imprese ad adottare iniziative sulla diversità, l’equità e l’inclusione, in sigla ‘DEI’. E quale miglior sistema dell’esempio? L’invito viene dalle testimonianze di alcuni alti dirigenti, in una parola CEO, e leader della community di Valore D che hanno già intrapreso o stanno iniziando questo percorso. Ognuno condensa in una frase il senso della propria esperienza e sceglie un valore espresso da una parola che inizi con la D. Fra i diversi messaggi, abbiamo scelto quello di Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata Gruppo 24 Ore, che afferma: “Gli indicatori economici sostengono e misurano la crescita, ma le ‘Direttrici’ che guidano lo sviluppo di un’azienda sono innovazione, sostenibilità e inclusione”. Per spirito inclusivo citiamo anche la riflessione di Stefano Venier, CEO di Snam: “I risultati vengono spesso rappresentati dai numeri. Ma quei numeri, in realtà, esprimono anche il ‘Dovere’ di difendere valori e scelte all’altezza di un futuro più sostenibile per tutti”. La campagna vuole essere un incentivo e un supporto per quelle aziende, molte, che ‘hanno difficoltà a riconoscere l’importanza delle politiche DEI’, non convinte che queste stesse politiche di Diversità, Equità e Inclusività rappresentino un valore etico e sociale, ma oggi sono una ‘occasione di rilevante impatto economico’. E come si usa nel mondo delle aziende, a conferma di questa affermazione, l’associazione porta l’evidenza delle analisi: secondo numerosi studi, le imprese inclusive hanno oltre il 60% in più di probabilità di migliorare i profitti e la produttività, quasi il 60% in più di probabilità di migliorare la propria reputazione, hanno maggiore facilità nell’attrarre e trattenere i talenti, maggiore creatività, innovazione e apertura a nuove idee e approcci. “Il successo è una formula che unisce numeri e valori”, recita lo slogan della campagna, promuovendo valori che cominciano con la D: Differenziazione, Diritto, Dovere, Direttrici, Determinazione, Domani, Dialogo, Diversità. E Donna: no?

Le equilibriste

Per citare un problema a caso fra i tanti ancora di esclusivo appannaggio femminile - la maternità -, ecco qualche dato illuminante. Il divario lavorativo fra lavoratori maschi con figli e lavoratrici femmine è del 34%, praticamente doppio rispetto al dato generale (anno 2022); nel 2021 il 78% di tutte le dimissioni volontarie e risoluzioni dei rapporti di lavoro è stato avanzato da donne, con la motivazione - nel 65,5% dei casi - di avere difficoltà a conciliare la vita professionale con la cura dei figli. Fra le donne che riescono a mantenere un lavoro, tante hanno il supporto di una rete familiare, e comunque hanno imparato a fare le equilibriste, come recita il titolo del rapporto di Save The Children del 2023 sulla maternità in Italia.


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