Apple, Meta e Google: fiato sul collo dall'Unione Europea

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[ 13/04/2024 ]  

L'Unione Europea ha avviato un'indagine su Apple, Meta (Facebook) e Google, in base alla nuova legge sulla concorrenza digitale. Questa legge, denominata Digital Markets Act, è entrata in vigore all'inizio di marzo e mira a regolare le grandi aziende tecnologiche per stimolare la concorrenza nei settori della pubblicità digitale, della ricerca online e degli ecosistemi delle app.

Che cos’è il DMA?

Il Digital Markets Act è un ampio regolamento che prende di mira le aziende di Big Tech che forniscono “servizi di piattaforma chiave” costringendole a rispettare una serie di norme da seguire, sotto la minaccia di pesanti sanzioni finanziarie o addirittura di smantellamento delle attività. Le regole hanno l’obiettivo ampio, ma vago, di rendere i mercati digitali “più equi” e “più contendibili” rompendo gli ecosistemi tecnologici chiusi che vincolano i consumatori ai prodotti o servizi di una singola azienda.

I guardiani del cancello

Google, Apple e Meta sono definiti “gatekeeper”, ovvero “i guardiani del cancello”. Queste aziende, infatti, vigilano sugli ingressi all’interno del mercato digitale. Ogni volta che effettuiamo una ricerca su Google, utilizziamo un’applicazione di Apple o navighiamo all’interno di Facebook, c’è il rischio che la nostra rotta venga pilotata da “qualcuno” e che i siti sui quali approdiamo siano “vivamente consigliati” dai Grandi della Tecnologia. 

Big Tech sotto esame

La Commissione Europea, in particolare, sta esaminando se Google e Apple rispettino pienamente le regole del DMA che richiedono alle aziende tecnologiche di consentire agli sviluppatori di app di indirizzare gli utenti verso offerte disponibili al di fuori dei loro app store. Google è sotto esame per non aver rispettato le disposizioni del DMA che impediscono ai giganti della tecnologia di dare la preferenza ai propri servizi rispetto ai rivali. La commissione ha affermato di temere che Google non stia trattando i servizi di terze parti “in modo equo e non discriminatorio”. La Commissione sta indagando anche su Apple e si sta chiedendo se il produttore di iPhone stia facendo abbastanza per consentire ai propri utenti di scegliere facilmente un altro browser web al di fuori del suo “Safari”.  Per quanto riguarda Facebook e Instagram, gli ispettori non sono molto contenti dell’opzione per gli utenti di pagare una tariffa mensile per le versioni senza pubblicità in modo che possano evitare che i propri dati personali vengano utilizzati per indirizzarli con annunci online. La Commissione teme che la scelta binaria imposta dal modello 'paga o acconsenti' di Meta possa non fornire una vera alternativa, non raggiungendo così l'obiettivo di prevenire l'accumulo di dati personali da parte dei guardiani. Margrethe Vestager, il commissario europeo per la concorrenza, ha già invitato le aziende a presentare piani di conformità alle autorità di regolamentazione, ma afferma: "Sospettiamo che le soluzioni suggerite dalle tre società non siano pienamente conformi". Se si scoprisse che le aziende violano le nuove regole, potrebbero essere multate fino al 10% delle loro entrate mondiali. Le indagini si concluderanno entro il prossimo anno. Alcune multe sono già fioccate Nel frattempo, all’inizio del mese di marzo, l’UE ha multato Apple per circa 2 miliardi di dollari perché avrebbe stabilito regole ingiuste per gli sviluppatori di app di streaming musicale. Quel caso affrontava alcune delle stesse preoccupazioni sollevate ora dal Digital Markets Act. 

Per Meta, l'indagine sul suo piano di abbonamento prende di mira una parte fondamentale dell'attività dell'azienda: la vendita di annunci altamente mirati basati sull'attività digitale degli utenti. Gli analisti hanno affermato che se un numero significativo di utenti Meta in Europa rifiutasse di condividere i propri dati per il targeting degli annunci, potrebbe esserci un impatto materiale sulle entrate dell'azienda. Nello scorso autunno, Instagram e Facebook contavano ciascuno 259 milioni di utenti attivi nell’UE, ha riferito Meta.

Per Google, l’indagine dell’UE è l’ultima di una serie di indagini che l’azienda ha dovuto affrontare in Europa nel corso degli anni. L’UE ha già imposto due multe multimiliardarie contro Google in due distinti casi antitrust contro i quali la società ha presentato ricorso, e l’anno scorso ha avviato un’indagine sul business della tecnologia pubblicitaria di Google.

L’Europa limita il potere dei Grandi

L'UE sta veramente intensificando il suo controllo sulle grandi aziende tecnologiche, cercando di garantire una maggiore concorrenza e protezione dei consumatori nel mercato digitale. Le indagini e le possibili sanzioni rappresentano una significativa pressione per Apple, Google e Meta, con potenziali impatti sulle loro operazioni e sulle loro entrate. Questo non è solo un segnale di cambiamento nel panorama della regolamentazione digitale, ma anche una prova che nessuna azienda è al di sopra delle leggi antitrust.


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