Il telefono? Da igienizzare come e più delle mani. Ecco perché.

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[ 10/03/2020 ]  

Nell'epoca del touch screen ma anche delle emergenze sanitarie, oggi si fa retromarcia: bisogna toccare meno possibile per evitare ogni forma di contagio. Recenti studi hanno dimostrato che la SARS (un tipo di coronavirus che abbiamo conosciuto anni fa) può resistere sulla superficie del nostro telefonino quasi una settimana, rimanendo potenzialmente pericolosa. Un documento pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che cita uno studio dell'Università Cinese di Hong Kong ha messo in luce che la SARS trova proprio nel vetro il materiale migliore dove sopravvivere (96 ore in condizioni ambientali normali). Considerando invece il nuovo e famigerato Covid-19, gli studi sono ancora in corso ma una fonte autorevole come l'Istituto di Virologia di Wuhan (lo riporta l'Ansa) ha individuato molti punti in comune con la SARS, circa l'80%, sia geneticamente che per quanto riguarda i suoi “recettori”. Sarebbe quindi raccomandabile una certa prudenza in attesa di riscontri più precisi.

Gli sforzi fatti da ognuno di noi riguardo all'igiene personale, si pensi solo al fatto di lavarsi le mani continuamente e a sterilizzarsi con prodotti specifici, potrebbero essere completamente vani se lasciassimo sporca la superficie del nostro smartphone. Quest'ultimo viene maneggiato centinaia di volte al giorno per altrettante operazioni che ci costringono a sfiorare la sua superficie. 
E' stato dimostrato che su uno schermo si annidano mediamente germi e batteri in quantità dieci volte superiore a quella che potremmo trovare su una tavoletta del wc, pur essendo apparentemente pulito e brillante alla vista. Ecco che diventa fondamentale eseguire una pulizia del nostro dispositivo almeno ogniqualvolta ci laviamo le mani per non vanificare tutti gli sforzi.
 I produttori stessi consigliano la pulizia dei propri dispositivi. Apple, ad esempio, scrive di utilizzare un panno umido senza prodotti abrasivi per non rovinare il trattamento oleofobico che riveste i suoi gioielli tecnologici.

In buona sostanza, molti telefonini e tablet (anche non appartenenti alla Mela) adottano materiali che risultano repellenti al grasso delle dita per evitare che le impronte rimangano visibili sulla loro superficie. Per creare questo rivestimento i display sono ricoperti da un polimero che respinge il grasso e mantiene brillante il display. Brillante, abbiamo scritto, non pulito. Il display è costituito da vetro e un materiale polimerico a base di carbonio. Ma per tenerli uniti serve un terzo elemento, vale a dire un composto dove è presente anche silicone. Ed è qui che rischia di cascare il celebre asino.
 Sì, perché i materiali a base di silicone sono noti nel campo della cosmesi per essere potenti “veicolanti”, ovvero vengono solitamente aggiunti per far sì che alcune componenti chimiche penetrino più agilmente nella barriera cutanea. Il problema è che non distinguono se stanno veicolando qualcosa di buono o qualcosa di cattivo, come un virus.


Il nostro consiglio è quello di utilizzare un panno in microfibra identico a quelli che siamo abituati ad usare per gli occhiali, in modo da non danneggiare il vetro e non creare solchi sulla sua superficie. Il panno deve essere asciutto, perché l'umidità è ancora una volta terreno fertile per la proliferazione di agenti patogeni, soprattutto se viene conservato in luoghi caldi come le nostre tasche. Per pulire lo schermo basta versare al centro una goccia di gel disinfettante e poi strofinare energicamente con movimenti decisi e circolari. In questa cornice, allora, bisogna evitare al massimo l'utilizzo di dispositivi pubblici: dalle macchinette dei biglietti del tram ai display per ordinare da mangiare in modo automatico, ai totem informativi sparsi un po' ovunque, fino ai numerini elettronici alle poste o in farmacia. In questo momento è quindi fondamentale lavarsi spesso le mani, ma al contempo mantenere puliti anche tutti gli apparecchi che le stesse mani toccano centinaia di volte al giorno. 


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