Smartphone che non si scaricano: un sogno che sta per diventare realtà?

Notizie & curiosita'
[ 04/09/2020 ]  

La società californiana NDB prevede di avviare entro un paio d’anni la produzione delle sue nuove batterie ai nano-diamanti. Il brevetto prevede l'utilizzo di scorie nucleari riciclate incastonate in un diamante artificiale che non consentirebbe alla radiazione di fuoriuscire dal dispositivo. La durata massima di una batteria del genere è stimata in 28 mila anni per oggetti di piccole dimensioni, mentre su un telefono cellulare potrebbe arrivare a 9, 10 anni, rendendolo di fatto un prodotto “usa e getta”, senza mai aver bisogno di ricaricarlo alla corrente elettrica.

Nel corso degli ultimi anni più di una volta si sono succedute notizie di questo genere, legate a pile ad alta densità con una durata molto più lunga di quelle agli ioni di litio. Ma questa volta qualcosa di più promettente è effettivamente alle porte. Gli studi sulle batterie ai nano-diamanti sono durati molti anni ed oggi, in fase di sperimentazione, stanno dando finalmente i loro incoraggianti risultati sul campo. Prima di arrivare sul mercato, però, i controlli dovranno essere ancora molti e severi. D'altra parte, quando nella stessa frase si mettono le parole “nucleare”, “scorie” e “radioattivo” è ovvio che si scateni diffidenza e paura.

Non secondo NDB che promette un livello di radioattività addirittura inferiore a quello prodotto dal corpo umano (flebilissimo, ma c'è). Le caratteristiche di questo brevetto potrebbero spingere i produttori di telefoni a tornare a vecchie abitudini come l'utilizzo di batterie estraibili, per permettere al generatore di poter essere sfruttato su nuovi dispositivi. Ed ecco che se oggi cambiamo la batteria per continuare ad utilizzare il telefono, domani potrebbe accadere il contrario, mantenendo la pila per buttare lo smartphone non più performante.


NDB produce questa nuova generazione di batterie partendo da scorie nucleari a base di Carbonio-14, ripulite e compresse per creare una sorta di diamante artificiale che ha la funzione di dissipare il calore e trasmettere la carica come un semiconduttore. Il rivestimento è a base di Carbonio-12 che non genera radioattività servendo proprio a prevenire perdite di radiazioni grazie alla sua incredibile resistenza, senza possibilità di essere aperto o manomesso.

In una recente intervista sulla rivista americana “New Atlas” gli inventori specificano che la batteria “non può essere manomessa, visto che l'unico modo per attraversarne la struttura è quello di usare strumenti laser specifici e molto costosi”.


Un’altra caratteristica molto interessante delle nuove batterie ai nano-diamanti è quella di poter essere prodotte in qualsiasi forma senza limiti: come normali pile AA oppure a bottone, o ancora come batterie per automobili elettriche (che però saranno pronte tra non meno di cinque anni). I possibili utilizzi sono praticamente infiniti: oltre che per i dispositivi elettronici, pensiamo alle applicazioni nell’industria o in medicina con pacemaker che non richiedono di manutenzione e ulteriori interventi chirurgici per sostituire le batterie.


La potenza sprigionata da questo genere di pila, inoltre, è decisamente superiore a quella delle normali agli ioni di Litio, con un costo addirittura inferiore in fase di produzione. Senza la recente pandemia mondiale di Covid-19, ha precisato la società, i piani per portare i primi prototipi in produzione sarebbero stati quasi completati. Dopo la riapertura dei laboratori si stimano ulteriori 9-12 mesi per arrivare a una batteria perfettamente funzionante da mostrare al pubblico. E così, lasciateci fantasticare, i sogni sembrerebbero essere meno lontani.


Condividi questa pagina :

Torna indietro