Diritto alla riparazione: nuove regole e punti deboli

Notizie & curiosita'
[ 11/03/2021 ]  

Marzo 2021 segna nuovi traguardi verso la transizione eco-sostenibile dei prodotti. Dopo la nuova etichetta energetica entra in vigore il nuovo Diritto alla riparabilità, stabilito dal Parlamento Europeo e valido su tutto il territorio dell’Unione. Come per la classificazione energetica, la novità non è un semplice esercizio burocratico: il diritto alla riparabilità presuppone che gli apparecchi vengano progettati per essere facilmente riparabili durante il loro ciclo di vita e facilmente smaltibili quando diventano RAEE, vale a dire vengono dismessi. Il nuovo concetto risponde ai principi dell’ Ecodesign, che traccia le linee guida per realizzare prodotti che abbiano il minimo impatto ambientale in tutto il loro ciclo di vita.

Apparecchi con diritto di riparabilità
Il regolamento interviene su una selezione di prodotti, fra cui server e unità di archiviazione, motori elettrici e variatori di velocità, sorgenti luminose e unità di alimentazione separata. Nel settore degli elettrodomestici, la normativa si applica a frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, lavasciuga e display elettronici, come i televisori, per i nuovi modelli immessi sul mercato da quest’anno. La norma stabilisce che, per questi apparecchi, i produttori e gli importatori dovranno garantire a riparatori e professionisti per almeno “7 -10 anni dall’immissione sul mercato dell’UE dell’ultima unità di un modello” la reperibilità di ricambi ‘essenziali’ per il funzionamento dell’apparecchio, vale a dire: motori e spazzole per motori, pompe, ammortizzatori e molle, cestelli di lavaggio etc.

Vantaggi e criticità
Oltre alle nuove regole che facilitano il lavoro dei riparatori professionisti - disponibilità di componenti essenziali e di manuali tecnici - la normativa introduce novità positive per i consumatori, obbligando i produttori a mettere a disposizione anche “alcuni pezzi di ricambio per diversi anni dopo che un prodotto è stato ritirato dal mercato”. Si tratta di componenti compatibili con riparazioni fai da te, effettuate direttamente dai consumatori, come cerniere, guarnizioni etc. La Commissione ha stabilito che “il tempo massimo di consegna per tutti questi pezzi è di 15 giorni lavorativi dall’ordine”.

L’associazione europea Right to Repair, da anni impegnata sulla questione della riparabilità dei prodotti, pur apprezzando la novità, ha sottolineato come questo regolamento non significhi “che in Europa abbiamo un reale Diritto alla Riparabilità”. Il sodalizio evidenzia le criticità del provvedimento, innanzitutto il limite di applicazione: la normativa si applica a certi apparecchi immessi sul mercato a partire da quest’anno. Non include dispositivi mobili come smartphone e portatili che, evidenzia Right to Repair, sono i principali interessati a una obsolescenza prematura. La ristretta accessibilità a componenti e manuali è un'altra criticità individuata dall’associazione, solo i riparatori professionisti, infatti, avranno possibilità di usare queste risorse. Il regolamento non garantisce accesso al consumatore, alle società no profit e a iniziative ‘educative’ come i 'repair cafè', piuttosto diffusi all’estero. Questo limite è particolarmente in contraddizione con la missione di Right to Repair, che ipotizza un diritto universale di riparazione, che consenta a chiunque di accedere a ricambi e manuali per l’intero ciclo di vita del prodotto. Solo questa condizione, sostiene l’associazione, potrà garantire lo sfruttamento reale della potenziale sostenibilità insita nella riparazione. Anche i tempi di consegna del pezzo - 15 giorni lavorativi - sono davvero tantissimi se si pensa alla necessità di avere una lavatrice o un frigorifero funzionanti.

Un registro dei riparatori professionisti
Per l’associazione Right to Repair, un punto critico è anche la definizione di “riparatore professionista”, che rimane vaga nella legislazione. Una tale  qualifica dovrebbe essere comprovata da copertura assicurativa per la propria attività, competenza tecnica per riparare un particolare prodotto e sostanzialmente essere in conformità con le normative applicabili o essere incluso in un sistema di registrazione ufficiale. Allo stato attuale, pochissimi paesi stanno lavorando sullo sviluppo di "registri di riparazione ufficiali" che consentano ai produttori di identificare i professionisti qualificati o meno, anche a garanzia dei consumatori.


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