Nel 2021 i prestiti alle famiglie cresciuti del 24 per cento

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[ 08/01/2022 ]  

L’anno appena concluso ha visto una graduale ma robusta ripresa dell’economia dopo lo shock indotto dalla diffusione del Covid-19 e questo ha contribuito al significativo aumento della propensione degli italiani a richiedere un prestito per sostenere consumi e progetti di spesa, anche grazie alle misure di politica monetaria e fiscale adottate. È quanto emerge dal Barometro del Credito alle Famiglie (fonte: EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF), che segnala una crescita complessiva del 24% nelle richieste di finanziamento rispetto al 2020, che era stato pesantemente condizionato sia dai lockdown sia da un clima di fiducia non favorevole.

In particolare, nel 2021 si è registrata una crescita del 7,1% per le richieste di prestiti personali, che seppur in recupero risultano essere la forma tecnica che maggiormente ha risentito degli impatti della pandemia, e del 36,1% per i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali ad esempio auto e moto, articoli di arredamento, elettronica ed elettrodomestici, impianti green, eccetera), che hanno fatto registrare volumi decisamente superiori anche a quelli pre-crisi (+18,7% la variazione rispetto al 2019).

Per il secondo anno consecutivo l’importo medio dei finanziamenti richiesti, nell'aggregato di prestiti personali più finalizzati, segna una flessione per attestarsi a 8.651 euro (contro i 9.124 euro del 2020 e i 9.512 euro del 2019). Occorre tuttavia distinguere tra due dinamiche opposte: per quanto riguarda i prestiti finalizzati, nel 2021 il valore medio richiesto è risultato in calo a 6.249 euro (-6,8% rispetto al 2020), a conferma della tendenza a richiedere un finanziamento anche per acquisti di valore contenuto grazie a condizioni di offerta appetibili, mentre cresce a 12.909 euro quello relativo ai prestiti personali (+3,3%).

Relativamente alla distribuzione dei prestiti per fascia di importo, il dato cumulato conferma la preferenza degli italiani per valori inferiori ai 5.000 euro (il 53,5% del totale), seguiti dalle richieste comprese tra 10.001 e 20.000 euro (con il 18,6%) e da quelle tra 5.001 e 10.000 euro (con il 16,2%).


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