L'orto intelligente è ormai alla portata di tutti

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[ 15/01/2022 ]  

Foglie di salvia fragrante, rametti di rosmarino odoroso, basilico, pomodorini o fragole, freschi e da cogliere, cresciuti direttamente nel nostro orto intelligente in ogni mese dell’anno: oggi è una realtà possibile anche per chi non ha il pollice particolarmente verde, e non dispone di una bacchetta magica. Basta avere in casa un orto intelligente, uno ‘smart garden’. Si tratta di un sistema domestico che applica la tecnologia alla coltura idroponica. In commercio se ne trovano di vari modelli e dimensioni, per ogni esigenza e spazio a disposizione; garantiscono crescita e sviluppo di verdure, erbe aromatiche, frutta e fiori indipendentemente dalle stagioni e dalle nostre abilità, grazie al sistema di coltura in cui la terra viene sostituita dall’acqua, mentre irrigazione, esposizione alla luce, e a volte temperatura, sono gestite dalla tecnologia, automaticamente.

Coltura idroponica: cos’è?

L’idroponica è una tecnica di coltivazione cosiddetta ‘fuori suolo’. I semi o le piantine, invece che nella terra, vengono adagiati nell’acqua in cui sono sciolte sostanze nutritive che assicurano la loro crescita. La parola idroponica è composta da due termini che derivano dal greco (idro, vale a dire acqua, e ponos, cioè fatica, lavoro) e sta ad indicare il ruolo fondamentale dell’acqua in questo particolare tipo di coltivazione. La tecnica, conosciuta fin dall’antichità, è stata riscoperta ai primi del secolo scorso e rielaborata nel tempo fino a diventare un sistema innovativo e moderno, considerato da molti una valida alternativa all’agricoltura tradizionale, una soluzione al problema della crescente richiesta alimentare mondiale.

Come funziona in pratica una coltivazione idroponica? Partendo dal fatto che non viene usato terreno, esistono due tecniche principali: in un caso viene impiegato un substrato di materiale inerte, come la sabbia, l’argilla espansa o altri prodotti simili, che viene poi irrigato con acqua arricchita da nutrienti; nell’altro le radici delle piante sono immerse direttamente in una soluzione ‘viva’, cioè non stagnante, composta da acqua e sostanze nutrienti disciolte. Per garantire il giusto apporto di ossigeno, fondamentale per la vita e la crescita delle piante, spesso si ricorre all’impiego di una pompa d’aria che garantisce la giusta ossigenazione. Nella tecnica idroponica le radici, libere dalla terra, assorbono rapidamente sia i nutrienti che l’ossigeno, crescendo velocemente e in modo salutare senza uso di pesticidi o antinfestanti.

Una nuova agricoltura

L’idroponica, come dicevamo, è l’opportunità in cui molti confidano per far fronte alle future necessità alimentari del pianeta, la tecnica di coltivazione fuori terra abilita a pratiche innovative in una agricoltura su larga scala. Oltre a ridurre il consumo di suolo, consente un maggior controllo delle coltivazioni, una sensibile riduzione del consumo di acqua, di sostanze chimiche e l’ottimizzazione della manodopera. Anche in Italia si sta affermando la “vertical farming”, il sistema di agricoltura verticale che, grazie all’idroponica, sfrutta lo spazio in altezza invece che in orizzontale. Secondo dati riportati dal Sole24Ore, a livello internazionale il settore è destinato a crescere del 20 per cento annuo nei prossimi quattro anni, raggiungendo un giro d’affari di 9,9 miliardi di dollari entro il 2025 (nel 2015 era 1,2 miliardi). Con questo sistema di coltivazione il risparmio di acqua può raggiungere il 90 per cento rispetto alle tecniche tradizionali, mentre la resa produttiva è superiore anche del 20 per cento. È in Lombardia, in provincia di Milano, una delle vertical farm più grandi d’Europa, una struttura di oltre novemila metri quadri destinata alla produzione di insalata ed erbe aromatiche pronte al consumo, dal seme alla confezione, in ciclo continuo per 365 giorni all’anno. In Puglia si coltivano pomodori fuori suolo, in una serra idroponica che si estende in orizzontale su una superficie di circa nove ettari, illuminata a led, riscaldata o raffrescata e irrigata secondo necessità da intelligenza artificiale. Il sapore di frutta e ortaggi prodotti con la tecnica idroponica dipende dalla qualità delle sostanze nutritive utilizzate durante la coltivazione. Dunque se l’ortaggio idroponico non sa di nulla, non è responsabilità del sistema, ma di chi lo governa. A questo riguardo sono spesso citati i pomodori (idroponici) che vengono dall’Olanda, proprio per la grande ‘differenza’, per non dire scarsità, di gusto e sapore. Il primato di secondo esportatore al mondo di alimenti (dato 2020) detenuto incredibilmente dai Paesi Bassi è dovuto a un efficiente ed efficace sfruttamento su larga scala della tecnica idroponica.


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