Babbo Natale consiglia: occhio a giochi digitali
Dalla nascita i bambini di oggi crescono in case dove tutti usano le tecnologie digitali. Sotto i loro occhi mamma e papà, nonni e fratelli interagiscono abitualmente con smartphone, pc, tablet, tv e videogiochi; sul web poi si trovano innumerevoli applicazioni e giochi interattivi anche per piccolissimi. Sembra pertanto ‘normale’ che i bambini vogliano insistentemente giocare con smartphone o tablet, affascinati da questi aggeggi; così come sembra altrettanto normale che gli adulti, in tempo di regali natalizi, vogliano accontentarli. Ma quando si tratta di dispositivi digitali e bambini la questione è delicata. Non c’è niente di male, quella digitale è la realtà che viviamo, ma è importante che gli adulti siano consapevoli: l’effetto di questi divertimenti tecnologici è certamente diverso da qualsiasi altro gioco tradizionale; fanno bene o male ai nostri piccoli? E soprattutto: a che età possono cominciare a usarli?
Mai prima dei tre anni e mai da soli
Maria Montessori (famosa pedagogista e fondatrice del metodo educativo che prende il suo nome) ha definito la mente dei bambini da 0 a 6 anni ‘assorbente’, in grado cioè di assimilare in modo straordinario tutto quello che succede nell’ambiente che la circonda, e di apprendere spontaneamente e senza sforzi attraverso le esperienze. Il bambino ha pertanto bisogno di interagire concretamente con la realtà: sentire, toccare, annusare, insomma sperimentare e scoprire il mondo attraverso i suoi sensi, percepire lo spazio con il suo corpo. Ed è importante che lo faccia insieme agli adulti che si prendono cura di lui; ha la necessità di interagire realmente, di incrociare lo sguardo dei genitori, sentire la loro voce mentre leggono un libro con lui; insomma esperienze molto diverse da quelle virtuali tipiche del mondo digitale. Per questo la società Italiana di Pediatria (SIP) raccomanda di ridurre al minimo l’esposizione dei nostri piccoli agli schermi, l’uso dei touchscreen potrebbe interferire sul loro sviluppo cognitivo, proprio per la loro esigenza di fare esperienze concrete, necessarie per affinare il pensiero e sviluppare capacità di risolvere i problemi. Prima dei tre anni i contatti con le tecnologie digitali e audiovisive dovrebbero essere evitati, e gli adulti dovrebbero prestare particolare attenzione a non utilizzare tv, computer, tablet e smartphone in presenza di un bimbo di uno, due o tre anni, se non strettamente necessario. Dopo il terzo anno di età si può iniziare un percorso di avvicinamento agli strumenti digitali, ma con molta cautela e attenzione ai contenuti, al tempo di utilizzo, e sempre con la presenza del genitore o di un adulto. Infatti, una sana interazione reale ed emotiva fra bambino e genitore (o adulto di riferimento) è essenziale per lo sviluppo del sistema comportamentale e neuro-cognitivo del bambino.
Come scegliere il gioco giusto
Per sapere quale dono può far felici i nostri bambini un consiglio è osservarli, e possibilmente giocare un po’ con loro. Potremmo scoprire il loro mondo fantastico, in cui uno scialle della mamma li trasforma in protagonisti di favole moderne, un coperchio di cartone diventa una pista per le biglie. Questo non esclude il loro sano interesse per dispositivi digitali, video e tv, che circolano in casa e faranno parte della loro vita: sarà cura dei genitori accompagnarli gradatamente alla scoperta delle tecnologie, aiutandoli a sviluppare in base alla loro età un rapporto utile, sano e piacevole con questi strumenti. Ottima prospettiva, ma come fare concretamente? Ecco qualche indicazione:
Individuare i limiti. È importante, fin dalla prima infanzia, abituare il bambino a regole precise su tempistiche e contesti di uso dei dispositivi tecnologici: ad esempio solo in casa, e in determinati orari, mai a pranzo o prima di dormire. Man mano che il bambino cresce si cercherà di aiutarlo a sviluppare sue capacità di autoregolazione, ma tutto il processo richiede la ferma guida di un adulto.
Favorire diverse attività. È molto utile abituare il bambino a sperimentare cose diverse, preferendo in particolare tutte quelle attività che coinvolgono i sensi, il movimento, la relazione. Così il gioco tecnologico sarà considerato una delle possibilità di divertimento, e non diventerà l’unica opzione di gioco del bambino. La strategia funziona se fin dalla nascita avremo abituato il bambino al piacere di condividere altre attività come la lettura, il gioco libero, l’esperienza musicale.
Accompagnare. Il bambino non deve essere lasciato solo davanti agli schermi, e il genitore, sempre presente, dovrebbe incoraggiarlo a un atteggiamento attivo di fronte al video, ad esempio stimolando la verbalizzazione, commentando insieme a lui la visione di un cartone animato.
Dare l’esempio. I genitori riflettano sul loro modo di usare le tecnologie e, nel caso, modifichino le loro abitudini. Inutile togliere dalle mani del bambino un dispositivo, se poi lo stesso bambino lo vede usare tutto il giorno dal genitore. Ricordiamo che l’esempio degli adulti influenza fortemente il comportamento dei bambini che li osservano. Un esempio vale più di mille parole.
Crescendo giochi tecnologici, app e dispositivi vari potranno diventare un utile strumento per scoprire il mondo e trovare risposte appropriate, accurate e scientifiche alle mille curiosità di bambini e ragazzi. Ma gli esperti consigliano sempre la supervisione dei genitori, per selezionare preventivamente contenuti adatti ai loro bambini, e stimolare l’interesse cognitivo invece che incoraggiare un atteggiamento passivo. Nessuna tecnologia può sostituire l’interazione diretta e fisica con i genitori, neanche per i nativi digitali. Almeno fino ad oggi.
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