Lavastoviglie: sciacquare i piatti e altri errori (da non fare)

Oggi mi tocca lavare e asciugare
[ 26/06/2022 ]  

Sciacquare i piatti prima di caricarli nella lavastoviglie è un’abitudine sbagliata che purtroppo resiste. Potrebbe essere un ‘vizio’ ereditato dal passato, quando erano gli stessi produttori di elettrodomestici a consigliarlo, oppure un senso di sfiducia nelle capacità della macchina di pulire piatti molto sporchi, o perchè magari ci è capitato a fine lavaggio di prelevare stoviglie non perfettamente pulite. Per tutte queste ragioni ci sono spiegazioni spesso imputabili a errori nostri, comei il ‘prelavaggio manuale’ dei piatti, che oggi non solo è inutile, ecologicamente sbagliato, ma in qualche modo intralcia la normale attività della lavastoviglie, che è stata studiata, progettata e costruita per lavare le stoviglie sporche, così come sono nella quotidianità. E se qualcosa non funziona,  e il risultato non soddisfa, come dicevamo, la responsabilità spesso è nostra, pretendiamo di far funzionare questo apparecchio senza conoscerlo, senza leggere cioè il manuale di istruzioni. Se lo facessimo, scopriremmo le versatili capacità di un elettrodomestico che ha programmi specifici, ognuno dei quali è efficace per quel tipo di sporco. Se usata correttamente, la nostra tecnologica lavastoviglie farà un onesto e soddisfacente lavoro, senza sprechi inutili di acqua e detersivo e, anzi, con una garanzia di sanificazione in più rispetto al lavaggio manuale. Per approfondire la questione, abbiamo interpellato i nostri esperti, profondi conoscitori di questo moderno elettrodomestico: ecco cosa abbiamo scoperto.

Sono in tanti ad avere convinzioni sbagliate sull’uso della lavastoviglie: oltre al risciacquo preventivo, c’è chi carica tutto alla rinfusa e chi pensa che mettere in lavastoviglie pochi piatti e magari anche prelavati aiuti l‘apparecchio a lavare meglio: in entrambi i casi si commette un errore. La lavastoviglie è un apparecchio progettato e costruito per ottenere il risultato di lavare bene piatti, bicchieri e pentole, così come si trovano dopo essere stati usati. Se con un risciacquo manuale togliamo unto e grasso da piatti e stoviglie, sottraiamo al detersivo l’antagonista contro cui deve agire, e dunque impediamo che lavori bene. Dai piatti si devono eliminare solo i residui solidi, con una posata ad esempio. Il resto deve rimanere, sarà l’azione calibrata dei getti d’acqua, della temperatura e del detersivo a eliminare perfettamente ogni residuo. Certo c’è sporco e sporco, ed è proprio per questo che sono stati progettati diversi programmi di lavaggio.

A ogni sporco il suo programma
Ogni lavastoviglie è dotata di una serie di programmi - il numero varia da marca a marca - ciascuno dei quali è calibrato per lavorare a determinate condizioni di carico, intensità e stato dello sporco. Per ottenere un buon lavaggio bisogna saper scegliere la combinazione - cioè il programma - più adatto per durata, temperatura e intensità di lavaggio, nonché per il carico da trattare; informazioni che troviamo sul manuale di istruzioni. Ad esempio, un programma rapido o semi rapido sarà adatto a un carico di stoviglie e posate con uno sporco normale o leggermente secco, quando cioè è passato poco tempo dal loro uso al lavaggio, mentre per un carico ‘impegnativo’, con stoviglie, posate pentole e tegami, magari con residui di alimenti incrostati, bruciati o essiccati, serviranno programmi più energici. Ricapitolando, due sono gli elementi che dobbiamo considerare quando scegliamo il ciclo di lavaggio: il tipo di carico, se comprende stoviglie, posate, pentole, plastiche, stoviglie delicate; e il tipo di sporco, se è fresco, leggermente secco, secco o incrostato. L’assortimento di stoviglie e il tipo di sporco sono di solito le categorie di riferimento utilizzate per differenziare i programmi di lavaggio nel libretto di istruzioni della macchina.

Detersivo e lavastoviglie: un lavoro di squadra
La lavastoviglie moderna è in grado di trattare ogni residuo non solido di sporco, ecco perchè non serve il risciacquo preventivo. “ Sciacquare i piatti - commenta uno dei nostri esperti - oltre a essere anti-ecologico, crea difficoltà dal momento che il detersivo non riesce ad annullarsi con unto e sporco, e a lungo termine rischia di aggredire le stoviglie”. Ogni programma è il risultato di prove, studi e misurazioni in cui tutti i parametri, vale a dire acqua, detersivo, temperatura e tempo, sono stati dosati in funzione di un determinato stato (di sporco) da affrontare. E il detersivo, che ha un ruolo importante nel processo, deve essere nella giusta dose. Oggi mediamente tutti lo usiamo in pastiglie, sono comode, pre-dosate, ma hanno un problema: non sono porzionabili, dunque funzionano bene se la macchina lavora abitualmente a pieno carico, o al massimo con un mezzo carico effettivo. Se, come succede, si fa funzionare la lavastoviglie semi vuota, usando la pastiglia può capitare che rimangano tracce di detersivo, oppure che a fine ciclo il fondo della lavastoviglie presenti uno strato di schiuma, è il residuo del brillantante in eccesso che non riesce a consumarsi sulle poche stoviglie. Dunque il consiglio degli esperti è: se si ha l’abitudine di ‘usare in modo creativo’ la lavastoviglie, riempiendola troppo poco, è meglio utilizzare detersivo liquido o in polvere che si può dosare, e regolare al minimo il meccanismo di emissione del brillantante. Sarebbe comunque preferibile, anche da un punto di vista di risparmio idrico ed energetico, far funzionare la lavastoviglie a pieno carico, selezionando il programma più adatto alla tipologia di lavaggio, senza dimenticare che anche il modo di posizionare piatti, bicchieri e quant’altro può determinare il buon esito del lavaggio.

Stoviglie ben piazzate, lavaggio assicurato
Nei cestelli lo spazio è organizzato per essere funzionale all’azione lavante della lavastoviglie, attraverso la presenza o meno di rastrelliere e accessori diversi secondo i modelli, ogni manuale d’uso riporta il metodo più adatto per introdurre nel modo ottimale piatti, bicchieri, pentole e quant’altro si voglia lavare. Valgono comunque alcune regole generali. La prima, anche se sembra ovvia, è assicurarsi che quello che si vuole inserire sia adatto al lavaggio in lavastoviglie. Tazze, bicchieri e piattini vanno di solito nel cestello superiore, ben fermi e rivolti verso il basso, per evitare che trattengano l’acqua, mentre piatti e pentole si collocano nel cesto inferiore, verificando, nel caso dei piatti, che siano ben fermi, un po’ inclinati per favorire il deflusso dell’acqua, e che non impediscano la corretta rotazione dei bracci di lavaggio, o l’apertura del cassetto detersivo. Le pentole, ricordiamo, vanno collocate nel cesto inferiore, appoggiate orizzontalmente per essere meglio raggiunte dai getti d’acqua più potenti, alcune lavastoviglie sono dotate di getti aggiuntivi da attivare in presenza di sporco intenso, come quello di padelle e teglie. La versatilità del cesto inferiore è dovuta alle rastrelliere mobili, che si possono alzare o abbassare a seconda del tipo di carico. Non lasciamoci spazientire se in certi casi queste griglie sembrano dotate di vita propria e si abbassano quando non dovrebbero e viceversa: leggendo il manuale d’uso scopriremo il giusto metodo per piegarle alle nostre necessità. Spesso caricare la lavastoviglie sembra una gara a cronometro per far stare tutto quel che c’è da lavare nel minor tempo possibile, un caos in cui ad esempio, sopra i bicchieri si mette un bel coperchio, con un inevitabile effetto ‘ombrello’ che alla fine impedirà il corretto lavaggio di entrambi. Mettere oggetti che interrompono o impediscono ai getti d’acqua di raggiungere le stoviglie correttamente è evidentemente un atto di inconsapevole boicottaggio nei confronti della povera macchina, a cui poi diamo la responsabilità di aver lavato male quello che male abbiamo buttato nei cestelli. Qualcuno ha calcolato che fra caricare bene e  male la lavastoviglie c'è una differenza di qualche minuto in più; peccato che  se si posizionano le cose alla rinfusa il tempo perso corrisponderà al doppio lavaggio che saremo costretti a fare.

Cura della lavastoviglie
Una corretta pulizia e manutenzione della lavastoviglie contribuisce al suo buon funzionamento, dunque a buoni risultati di lavaggio. È sempre il manuale d’uso a ricordare di effettuare periodicamente un ciclo di lavaggio a macchina vuota, usando detersivi appositi che si trovano in commercio e avviando un programma ad alte temperature che, qualcuno consiglia, si può effettuare anche senza detersivo. Serve a rimuovere i residui di sporco e grasso che si depositano non tanto nella vasca della lavastoviglie, quanto nei tubi di scarico, a maggior ragione se come spesso capita si usano abitualmente programmi a basse temperature che non contrastano la sedimentazione di residui di grasso negli scarichi. Molti modelli sono dotati di un una spia o un messaggino sull’applicazione, che avvisano quando è il momento di fare un ciclo di pulizia. In ogni caso la frequenza della pulizia dipende dalla frequenza d’uso. Sono vietati rimedi fai da te come l’uso di limone e aceto: sono sostanze acide che possono avere effetti indesiderati sulla macchina.

Per concludere, se la lavastoviglie ha lavato male, non prendiamocela con la macchina, almeno prima verifichiamo se per caso: abbiamo sbagliato detersivo, non abbiamo scelto il programma adatto, abbiamo caricato male piatti, stoviglie eccetera. Imparare a utilizzare al meglio la nostra lavastoviglie, magari super tecnologica, ci garantisce il risultato desiderato, sfruttando ad esempio la capacità autonoma di regolare la quantità d’acqua erogata in base al carico, evitando ulteriori sprechi. Perciò, in attesa che arrivino sul mercato modelli così intelligenti da non aver più bisogno di noi per funzionare adeguatamente, e magari capaci di attivare una sirena se carichiamo le lavastoviglie alla rinfusa, seguiamo le istruzioni d’uso, sono disponibili nei formati più vari: offline, online, via app, metteremo un rimedio alla nostra trascuratezza di utenti che peraltro, bisogna dirlo, è spesso incoraggiata da manuali di istruzione piuttosto criptici.

Da sapere
Nei cicli di lavaggio della lavastoviglie il consumo d’acqua varia in base al carico e alla dotazione tecnologica. Su alcuni modelli sistemi ottimizzati di erogazione, di controllo e filtraggio dell’acqua, possono arrivare a impiegare  anche solo 6 litri per programma. Mediamente, comunque, il consumo si attesta intorno ai 10-12 litri d’acqua per ciclo, contro i 50 e oltre del lavaggio manuale.

La capienza delle lavastoviglie è indicata in numero di coperti: cosa significa? Per coperto si intende il set da tavola mediamente utilizzato, vale a dire: un piatto piano, un piatto fondo da minestra, un piattino da dessert, una tazza da tè con piattino, due bicchieri, coltello, forchetta, cucchiaio, cucchiaino da dessert.


Condividi questa pagina :

Torna indietro